Dietro le Quinte della Transizione Energetica” è un progetto organizzato da YES-Europe Italy in collaborazione con A2A Life Company. Rivolto ai giovani tra i 18 e i 35 anni, il programma offre un’esperienza unica per scoprire i segreti della gestione sostenibile di acqua, energia e rifiuti attraverso visite agli impianti del Gruppo A2A in Italia. I partecipanti hanno l’opportunità di incontrare i responsabili di queste infrastrutture, ascoltare gli interventi di figure accademiche e scoprire le innovazioni di start-up all’avanguardia. Le giornate sono arricchite da workshop interattivi che rendono l’apprendimento divertente e coinvolgente.
Attraverso queste visite, i giovani possono osservare da vicino come funziona la transizione energetica, ricevendo ispirazione per diventare protagonisti di un futuro più sostenibile.

 

 

Le tre giornate

Energia

Vuoi saperne di più su cosa si nasconde dietro a una centrale idroelettrica?

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Ambiente

Vuoi saperne di più su cosa si nasconde dietro a un termovalorizzatore?

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Acqua

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Gli output dei workshop

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Termovalorizzatore Silla 2

Perché il termovalorizzatore Silla 2?

La transizione energetica non è soltanto un percorso di innovazione tecnologica, ma comporta anche l’adozione di un comportamento più sostenibile da parte dei cittadini. Tra questi, un approccio più consapevole al tema dei rifiuti, che sono importanti fonti di energia. Per questo abbiamo visitato Silla 2, un termoutilizzatore (TU) nella provincia di Milano di proprietà di A2A Life Company. Il TU è un impianto che permette di smaltire ingenti quantità di rifiuti altrimenti non riciclabili, attraverso un processo di combustione a elevate temperature. Il calore così generato viene utilizzato per produrre energia elettrica e come vettore per il teleriscaldamento (TLR).
I TU rappresentano uno strumento efficace per diminuire sostanzialmente il conferimento dei rifiuti in discarica e per la produzione di energia, evitando emissioni di anidride carbonica. Silla 2, per esempio, termovalorizza 590 kt di rifiuti/anno, che producono 410 GWh/anno di energia elettrica e 435 GWh/anno di termica. Questo metodo di produzione di energia consente di evitare 420.590 t di CO2/anno. E, oltretutto, dall’entrata in servizio del TU, il tasso di raccolta differenziata a Milano ha superato il 60%.
Come YES-Europe abbiamo potuto osservare come funziona un impianto come questo. Ecco che cosa abbiamo visto!

Agenda Giornata

Slides Speakers Silla

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Video Giornata

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Output del Workshop

Dai risultati dei sondaggi e delle attività di workshop abbiamo condensato e ordinato priorità, preoccupazioni e spunti di miglioramento proposti dai partecipanti, dividendo quindi dalle informazioni raccolte le criticità e i temi principali rispetto all’impianto e, successivamente, le priorità e gli spunti per una migliore integrazione all’interno della comunità locale.

PRIORITA’:

  • Sicurezza e salute personale ed ambientale
    Il tema della salute e dell’impatto ambientale rimangono cardine e principale interesse da parte del cittadino, che, pur formato come la platea di riferimento delle attività, ritiene che l’impatto ambientale e sanitario sui cittadini sia la principale criticità di un impianto di questo tipo.
  • Ritorno ai cittadini con sviluppo territoriale
    Sono state individuate due strade parallele per migliorare la coesistenza di impianti di questo tipo e le comunità, che incontrano le necessità di un ritorno sensibile per i cittadini locali a ospitare l’infrastruttura. In primo luogo, che la presenza dell’impianto dia un ritorno in termini economici o di servizi che risultano esclusivi per la comunità direttamente impattata dalla realizzazione dell’infrastruttura e, successivamente, è stato evidenziato come l’inclusione del cittadino nel dibattito sia da ricercare in maniera continuativa come un dialogo con il territorio, più che un momento preliminare alla costruzione dell’opera.
  • Tutela dell’infrastruttura cittadina e del paesaggio
    In ultimo punto, per l’inserimento di un impianto all’interno di un territorio, soprattutto se controverso, si deve sicuramente considerare come fisicamente questo impatti la vita quotidiana della comunità locale, sia in termini di fruibilità sia in chiave estetica della zona.

I numeri della giornata

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Centrale Idroelettrica di Mese

Perché la centrale idroelettrica di Mese (SO)?

La potenza degli impianti idroelettrici rappresenta il 33% della potenza installata di FER nel nostro Paese (al 2022). Nel 2021 la produzione di energia idroelettrica è stata pari al 39% della produzione da energie rinnovabili (dati Terna). Questi numeri rendono bene l’idea di come questa tecnologia sia centrale per la transizione energetica: per questo, abbiamo deciso di visitare una delle centrali più antiche del Paese.
La centrale idroelettrica di Mese (SO), oggi di proprietà di A2A Life Company, venne inaugurata nel 1927 (alla presenza del Principe Umberto di Savoia). Si tratta di una centrale a invaso che può produrre fino a 523 milioni di KWh/anno. Oltre a questa centrale, la Lombardia ospita il 15,5% degli impianti a livello nazionale, che corrispondono al 27,1% della potenza installata. Oltre a quella di Mese (SO), altre 21 centrali lombarde sono di proprietà di A2A Life Company.
Come fonte rinnovabile non programmabile, l’idroelettrico è soggetto alla disponibilità della risorsa. Il 2022 è stato un annus horribilis da questo punto di vista: la siccità che ha colpito l’Italia ha causato una perdita della produzione idrica totale del 36,1% (sul 2021), con soli 30,3 TWh prodotti. Ma le abbondanti piogge della prima metà del 2024 hanno portato a un nuovo record, questa volta positivo: nei primi sei mesi dell’anno, la produzione idroelettrica rinnovabile è stata pari a 25,92 TWh, +64,8% rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente.
Non solo energia, ma anche tutela. Le centrali idroelettriche possono giocare un ruolo importante per la salvaguardia della risorsa idrica, un bene sempre più prezioso. Per fare questo, è necessario riconsiderare l’attuale approccio economico-industriale verso l’acqua, che deve essere concepita come un bene unitario, benché solitamente considerata secondo i distretti e gli utilizzi (energetico, irriguo, idropotabile, ecc) per una sua gestione più efficiente. Questa diversa prospettiva, una prospettiva di filiera, è cruciale perché non nasca un conflitto tra i diversi utilizzi ma questi coordinati per l’obiettivo comune di preservare questa risorsa.
In un mondo che, come dagli accordi presi all’ultima COP28 a Dubai, dovrà triplicare la capacità installata di rinnovabili entro il 2030, l’idroelettrico giocherà quindi un ruolo significativo, come strumento sia di produzione sostenibile sia di adattamento al cambiamento climatico. E noi di YES-Europe Italy abbiamo voluto vedere con i nostri occhi come funziona un impianto così antico e al contempo così attuale.

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Output del Workshop

Dai risultati dei sondaggi e delle attività di workshop abbiamo condensato e ordinato priorità, preoccupazioni e spunti di miglioramento proposti dai partecipanti, dividendo quindi dalle informazioni raccolte le criticità e i temi principali rispetto all’impianto e, successivamente, le priorità e gli spunti per una migliore integrazione all’interno della comunità locale.

PRIORITA’:

  • Sicurezza idrica per la popolazione locale
    Nel contesto della generazione idroelettrica la criticità diretta percepita da parte del cittadino risulta essere, soprattutto in un contesto storico dove la siccità diventa un problema realmente presente, la mancanza di disponibilità idrica a causa dell’utilizzo da parte delle centrali. La caratteristica rinnovabile si scontra con la centralità della risorsa idrica, che quindi diventa un bene tutelato e percepito come parzialmente minacciato da questo tipo di impianti.
  • Investimenti oculati per le comunità
    Il timore di un impatto sulla sicurezza idrica delle zone locali è accompagnato da una richiesta di ritorno, come in altri contesti, di valore al cittadino, che richiede quindi che gli sviluppi di un sistema idroelettrico vadano insieme ad un piano di sviluppo della zona, allontanando l’idea di sfruttamento del territorio.
  • Miglioramento infrastruttura idrica
    Dai punti precedenti si comprende come una priorità chiave nel contesto della risorsa idrica sia un miglioramento e una maggiore attenzione da parte degli enti responsabili dell’infrastruttura tutta, con investimenti e sviluppi atti a minimizzare le perdite.

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Depuratore di Gavardo

Perché il depuratore di Gavardo (BS)?

L’acqua: un bene sempre più prezioso in un mondo con temperature sempre più elevate. Una risorsa che va utilizzata con responsabilità e che va recuperata dove possibile, anche da quella che abbiamo sempre considerato “scarto”. Una prospettiva di filiera sulla gestione dell’acqua è fondamentale per una sua tutela efficace. Infatti, la risorsa è unica, da monte (centrali idroelettriche) a valle (reti idriche e depuratori). La gestione di un bene così prezioso non può avvenire per compartimenti stagni, secondo i distretti e gli usi che se ne fanno – benché questa divisione avvenga per efficientare l’utilizzo. Per questo, dopo la visita alla centrale idroelettrica di Mese, uno degli incontri del nostro progetto si è tenuto al depuratore delle acque di Gavardo, in provincia di Brescia.

Questo impianto tratta le acque reflue, cioè il risultato dell’uso domestico, industriale e agricolo, che genera un accumulo di sostanze organiche e inorganiche dannose per la salute e per l’ambiente. Le acque reflue, prima di venir reimmesse nel sistema, devono quindi essere decontaminate dagli agenti dannosi. Queste sostanze diventano “fanghi”, che possono essere utilizzati per il compost, smaltiti in discariche speciali o usati in agricoltura.

A2A Life Company gestisce in tutto 87 impianti di depurazione in tutta la provincia di Brescia, per più di mezzo milione di abitanti serviti e 66 Comuni depurati (50,46 Mm3 di acque trattate all’anno). Gli impianti A2A hanno permesso a 25 agglomerati urbani di uscire da procedure di infrazione europea per assenza di fognature e sistemi di trattamento delle acque reflue. Tra questi anche il depuratore di Gavardo, che ha una potenzialità di 36.000 abitanti equivalenti (unità di misura che considera ca. 200 l/giorno di refluo per abitante). L’impianto reimmette nell’ambiente ogni giorno 9 milioni di litri di acqua depurata, per riutilizzo agricolo. Durante la visita abbiamo potuto apprezzarne il funzionamento, fondamentale per la tutela di uno dei beni più preziosi: l’acqua. Buona visione!

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Output del Workshop

Dai risultati dei sondaggi e delle attività di workshop abbiamo condensato e ordinato priorità, preoccupazioni e spunti di miglioramento proposti dai partecipanti, dividendo quindi dalle informazioni raccolte le criticità e i temi principali rispetto all’impianto e, successivamente, le priorità e gli spunti per una migliore integrazione all’interno della comunità locale.

PRIORITA’:

  • Tutela della qualità della vita e del paesaggio locale
    Diversamente dagli altri impianti considerati nel progetto, un impianto di depurazione non genera nella popolazione circostante un timore di un possibile danno alla salute o impatto su una specifica risorsa, quanto una preoccupazione per la qualità della vita nella zona direttamente adiacente, in particolare per possibili esalazioni da un’infrastruttura di questo tipo.
  • Efficiente circolarità delle risorse
    Nella depurazione delle acque diventa risulta sempre più centrale il recupero delle risorse, in un’ottica di economia circolare, attraverso tecnologie innovative di valorizzazione degli scarti.
  • Riduzione dell’impatto ambientale
    In ultima istanza, anche se meno presente come tema rispetto ai precedenti, vi è la questione dell’impatto ambientale, ed energetico, di questo tipo di infrastrutture, che viene però arginato dallo sviluppo di impianti sempre più integrati nel territorio e automatizzati.

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Output dei Workshop

PROPOSTE:

  • Coinvolgimento dei cittadini
    Il tema più presente all’interno del dibattito e delle proposte è il coinvolgimento delle comunità locali e dei cittadini tutti. Per un impianto dibattuto, la componente di ascolto delle perplessità è centrale, anche per uno sviluppo del territorio. L’informazione e la sensibilizzazione, unite ad attività di divulgazione e coinvolgimento a livello locale, sono fondamentali, in quanto, in loro assenza, viene percepita una mancanza di collegamento tra azienda o enti locali e i cittadini, aprendo alla possibilità che venga rifiutato un cambiamento dello status quo, pur potenzialmente in meglio, per mera mancanza di conoscenza o fiducia.
  • Ritorno sensibile alla popolazione
    Nel rapporto con la comunità locale e il cittadino, oltre a un dialogo correttamente mediato, risulta evidente come ci sia una grande richiesta di ritorno, in termini di vantaggi per lo sviluppo, da parte dell’impianto. Questa restituzione in termini economici o in servizi diventa un punto dal quale far passare un rapporto di scambio con la popolazione, che sperimenta un vantaggio o un servizio esclusivo in quanto cittadino prossimo all’impianto. Il servizio può inoltre prescindere dall’avere un collegamento diretto con le forniture dell’azienda, potendo arrivare sotto forma di enti che sopperiscono ad un problema. Un esempio riportato da più partecipanti potrebbe realizzarsi in un servizio di restituzione o raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici nel caso del termovalorizzatore, o di risparmi particolari per la rete idrica nel caso di un depuratore, tramite il quale l’azienda migliora la propria rete di rapporti con il cittadino e restituisce un servizio esclusivo ai residenti locali, che percepiscono un vantaggio diretto e personale dato dalla presenza dell’impianto.
  • Advocacy su temi comuni con i cittadini
    Come ultimo punto, il rapporto tra i cittadini e le aziende che gestiscono i servizi e gli impianti passa necessariamente dal dialogo, soprattutto con i locali. Ad oggi un’azienda che costruisce e gestisce successivamente un impianto viene vista estremamente distante dagli interessi e preoccupazioni delle persone, che si trovano a riconoscersi solo come clienti e consumatori prima che cittadini. Un importante passo che un’azienda potrebbe intraprendere sarebbe quindi quello, tramite associazioni o fondazioni, di avvicinarsi alla popolazione con campagne di advocacy su temi di interesse locale, spingendo nella direzione di un dialogo integrato con la popolazione che sarà portata a percepire l’azienda come parte del territorio e non unicamente come ospite in concessione sopportata dai cittadini.

 

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